Progetto Origine
Da quando Open Arms è presente nel Mediterraneo, abbiamo passato molto tempo con le persone soccorse che ci hanno raccontato dei loro viaggi che talvolta durano da anni. Tutti raccontano di come i loro diritti siano stati sistematicamente violati.
Ecco perché ci rendiamo conto che una volta in mare non c'è soluzione. Il modo migliore per salvare vite è andare all'Origine del problema.
Migrare è un diritto universale e noi non possiamo fermare le guerre né femare la malnutrizione, però possiamo spiegare le reali condizioni della migrazione irregolare e responsabilizzare le comunità di origine per costruire alternative reali.
"Se l'avessi saputo non avrei mai cominciato questo viaggio"
Le rotte migratorie
La chiusura delle frontiere europee e la quasi sparizione di opzioni legali per migrare in Europa ha permesso alle mafie di consolidare il loro potere sui flussi migratori europei.
Le mafie gestiscono coloro i quali migrano in maniera “irregolare” diventando così vittime vulnerabili sottoposte a qualsiasi tipo di abuso e senza nessuna protezione.
In Europa ci sono 3 principali rotte:
Saremo le mani che salvano vite e saremo gli occhi e la voce che denunciano.
I pericoli delle migrazioni
1 persona su 18 muore annegata in mare
Più del 90% delle persone subiscono violenze sessualil, físiche e/o psicologiche
Dal 1993, circa 33.293 persone sono affogate nel Mediterraneo
Meno del 25% dei richiedenti asilo sono stati accettati in Spagna
Migliaia di persone vivono in situazioni irregolari subendo serie conseguenze fisiche e psicologiche
Le mafie monopolizzano tutte le rotte distruggendo intere famiglie
La soluzione non è qui, bensì all'origine.
La nostra proposta
Insieme a organizzazioni locali che vogliono prendere parte a questo cambiamento positivo e costruttivo, lavoriamo per costruire alternative alla migrazione clandestina attraverso l’informazione e la sensibilizzazione delle comunità.
Decostruire l’immaginario comune sulla migrazione in Europa attraverso l’informazione e le riflessioni comunitarie sulle alternative possibili.
Creare reti di collaborazione con il settore privato per promuovere l’inserimento lavorativo.
Rafforzare la società e i giovani facilitando l’accesso a strumenti pedagogici, digitali e alla formazione professionale.