Oscar Camps testimone nella nuova udienza del processo contro Salvini
Oscar Camps descrive le dure condizioni vissute dalle persone a bordo dell’Open Arms durante la Missione 65
Il 9 giugno scorso, il giorno successivo all’inizio della Missione 100 dell’Open Arms nel Mediterraneo centrale, si è tenuta una nuova udienza del processo giudiziario a carico di Matteo Salvini nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.
L'ex Ministro degli Interni e attuale Ministro dei Trasporti è accusato di sequestro di persona e omissione di atti d'ufficio per aver costretto 163 persone soccorse nel Mediterraneo ad attendere 19 giorni a bordo della nave Open Arms prima di poter sbarcare in un porto italiano, nell'agosto del 2019.
Nella nuova udienza di questo processo sono stati chiamati a testimoniare il fondatore e direttore di Open Arms, Oscar Camps, nonché il medico e il primo ufficiale della missione 65 per ricostruire i fatti di quei giorni.
"Impedirci di sbarcare è stata una violazione dei diritti umani", ha testimoniato Camps in aula, descrivendo le dure condizioni affrontate da coloro che erano a bordo della nostra nave, detenuti illegalmente per 19 giorni.
Questa udienza è stata particolarmente importante perché ha rappresentato un’occasione per comprendere meglio quanto stabilito dalla Legge che regola il salvataggio marittimo; quali sono stati e sono oggi gli obblighi dei governi e delle navi in mare, nonché le carenze e le inefficienze che continuano a caratterizzare la condotta delle autorità.
Ricostruire le vicende di quei giorni è servito a comprendere meglio la catena di responsabilità che in questi anni ha reso il Mediterraneo la frontiera più letale del mondo a causa del deliberato disinteresse delle istituzioni europee, della mancanza di operazioni governative di ricerca e soccorso, e per gli accordi criminali stipulati con paesi instabili dove i diritti umani e la vita sono sistematicamente violati.